Giovedì, Dicembre 1, 2011

Blade of the Phantom Master (Shin Angyo Onshi)

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Si conclude così la serie capolavoro di Youn In-Wan e Yang Kyung “Blade of the Phantom Master”, un viaggio in una regno immaginario che ricorda come miti e tradizioni la Corea del 1500.

Tanto tempo fa nell’estremo oriente, il regno di Jushin era vigilato dagli Angyo Onshi, agenti segreti che avevano il compito di portare giustizia in nome dell’imperatore proteggere i deboli e punire i funzionari corrotti.
Con la caduta di Jushin e la morte del suo imperatore anche loro iniziarono a sparire e le conseguenze si riflessero sul popolo.
Ma quella raccontata in questo fumetto è la storia di Munsu un possessore di Mahai, ovvero il ciondolo dell’Angyo Onshi l’unico in grado di richiamare l’armata fantasma, questi incredibili soldati che combattono per riportare pace e giustizia nel regno.
Munsu insieme ad improbabili ed impegnativi compagni viaggerà in lungo e largo alla ricerca della persona che ha causato la caduta dell’impero affrontando prove sempre più impegnative e avvicinandosi alla verità un passo alla volta.
Non manca certo di umorismo dato dalle improbabili situazioni e malintesi che si vengono a creare durante il loro viaggio.
I sentimenti che circondano i personaggi sono molto intensi, amore, amicizia, senso del dovere, onore e molti altri, legano i loro destini portandoli nella stessa direzione.
Il misterioso passato di Munsu è spiegato con brevi indizi nei suoi flash back o degli altri personaggi mantenendo una suspense sempre maggiore.
Sorprendente e lineare un tratto chiaro e preciso, fa comprendere esattamente l’emozione del personaggio o lo stato d’animo, il paesaggio in costante cambiamento ci porta dalle grandi città, ai deserti, alle montagne o nelle isole.

Un voto eccellente per descrivere nel complesso questo “romanzo a fumetti”.
Consigliato a tutti gli appassionati di manga (anche se è di fattura Coreana e non Giapponese), in particolare a chi ama le storie dove l’eroe non è un super uomo, ha le sue debolezze e le affronta insieme alle persone che gli stanno vicino, dove la vignetta comica trova sempre spazio per poi lasciarlo ad una continuazione diversa.

by Sara Serblin

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